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Il turismo uccide le città? A Firenze il 20 luglio forum su over tourism e gestione dei flussi promosso dalla Nazione insieme a Confcommercio ed Ente Bilaterale del Turismo Toscano

Di turismo si vive e si muore. E per non morire c'è chi mette i tornelli davanti ai monumenti principali (succede a Roma alla Fontana di Trevi). Chi impone il numero chiuso (vedi Venezia). A Firenze da qualche settimana si usano gli idranti anti bivacco. Insomma, di soluzioni creative per risolvere il i problemi causati dal sovraffollamento da turismo se ne trovano tante, in questa Italia a due misure dove i turisti o sono troppo pochi o sono troppi e basta, talmente tanti da usurare le città e rendere la vita impossibile ai residenti, fino a cacciarli altrove. Ma nessuna di queste tattiche estemporanee finora è servita davvero a risolvere la questione, che non riguarda solo località italiane come Firenze, Roma, Venezia o il golfo del Tigullio. Ne soffrono infatti anche Amsterdam, Lisbona e Barcellona, giusto per restare in Europa. Gli esperti lo chiamano "over tourism" ed è un troppopieno ostruito che rischia di minare alla base un sistema economico pure importantissimo. Perché il turismo crea lavoro e ricchezza, prima di creare malessere. E allora, cosa fare? A questa domanda cercherà di rispondere il forum "Il turismo uccide le città?" promosso a Firenze dalla Nazione con la collaborazione della Confcommercio e dell'Ente Bilaterale del Turismo Toscano. Esponenti delle istituzioni, rappresentanze degli imprenditori, professionisti, analisti e strateghi del turismo giovedì 20 luglio si siederanno intorno ad un tavolo, quello dell'Officina Profumo - Farmaceutica di Santa Maria Novella, per mettere insieme le idee e trovare soluzioni concrete ed attuabili per combattere l'over tourism, riportare lo sviluppo turistico ad una migliore sostenibilità e trovare un compromesso tra le legittime esigenze dei residenti, dei turisti e di chi fa business. Magari prendendo spunto da quanto sta avvenendo altrove. Non a caso saranno ospiti speciali dell'incontro, modellato sull'esempio dei think tank d'oltreoceano, Antonio Pezzano e Xavier Suñol Ferrer. Il primo è uno dei massimi esperti europei in politiche pubbliche per le destinazioni turistiche, già coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN per conto della Commissione Europea, mentre Xavier Suñol Ferrer è il responsabile dei progetti strategici del turismo per il Comune di Barcellona, forse il primo Comune ad aver preso in seria considerazione l'over tourism affrontandolo a livello politico con piani sistematici ed integrati. A confrontarsi con i due professionisti, nella discussione moderata a due voci dalla giornalista della Nazione Olga Mugnaini e dalla responsabile dell'area turismo di Confcommercio Laura Lodone, ci saranno per l'amministrazione pubblica gli assessori al turismo del Comune di Firenze Paola Concia e della Regione Toscana Stefano Ciuoffo insieme al direttore di Toscana Promozione Alberto Peruzzini, al presidente del Firenze Convention and Visitors Bureau Giacomo Billi e ai rappresentanti delle categorie economiche coinvolte: il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, il presidente della Federalberghi di Firenze Francesco Bechi, il presidente della Fipe (federazione locali pubblici) toscana Aldo Cursano, il presidente nazionale delle agenzie di viaggio Fiavet (nonché presidente provinciale della Confcommercio di Firenze) Jacopo De Ria, la presidente nazionale di Confguide Paola Migliosi e il presidente del sindacato locali da ballo Silb-Confcommercio fiorentino Riccardo Tarantoli. La posta in gioco a Firenze è alta e tutti ormai ne sono consapevoli. Gli equilibri sociali sono compromessi e lo dimostra bene il grido di lamento dei fiorentini che si sentono assediati dai turisti, superstiti isolati di un processo di gentrificazione che ha trasformato il centro storico in un suk di alloggi turistici, stretto nella morsa di un'eterna chiassosa vacanza troppe volte senza regole. Lo dimostra bene anche la scritta comparsa già qualche anno fa su un muro di San Frediano: "Perché si chiama stagione dei turisti se non possiamo sparargli?". Un'ardita, e nemmeno troppo ironica, metafora venatoria che lascia poco spazio all'interpretazione. E mentre gli equilibri sociali si allentano, anche quelli economici mostrano la loro fragilità. Il rischio, infatti, è che il turista finisca per non sentirsi più ben accolto a Firenze e dia quindi sempre meno valore alla destinazione, boicottando di fatto un sistema economico che oggi regge la città. E sarebbe default per tutti.