La Confcommercio interviene in merito all’ordinanza del Comune di Firenze circa le “porte chiuse” per le imprese.

Da sempre la nostra associazione e le nostre imprese sono attente e sensibili alle tematiche ambientali, al surriscaldamento globale, alla riduzione dei consumi energetici, alla transizione ecologica.

 

Il nostro senso civico, la responsabilità sociale e la sensibilità ambientale, oltre la necessità del contenimento dei costi, determinano naturalmente comportamenti virtuosi e proprio partendo da queste considerazioni che nasce la nostra perplessità su un provvedimento che prevede, a nostro giudizio inopportunamente, a carico delle imprese sanzioni fino a 500 euro, di cui non vi era proprio la necessità. 

 

Le imprese, dopo i due anni terribili di inattività dovuta alla pandemia, hanno bisogno di stimoli, sostegni e incentivi, non certo di sanzioni e minacce. 

 

Per questo tranquillizziamo il neo assessore Giorgio sulla nostra leale collaborazione finalizzata a qualunque obiettivo che aiuti l’ambiente e il sistema economico, invitandolo piuttosto ad un maggiore ascolto delle osservazioni di chi, a costo di  costituire una complicazione nei propri obiettivi politici, ha l’onere e l’onore di rappresentare le imprese. 

 

Che non possono accettare supinamente, qualunque ne sia la motivazione, provvedimenti che invadono il campo di scelte di natura commerciale, non delegabili a nessuno.